Casellario Politico Centrale

La creazione di un'anagrafe delle persone considerate pericolose per l'ordine e la sicurezza pubblica risale all'età crispina. Con la circolare n. 5116 del 25 maggio 1894 nell'ambito della Direzione generale di pubblica sicurezza fu istituito un ufficio con il compito di curare l' impianto e il sistematico aggiornamento dello schedario degli oppositori politici.
Anarchici, repubblicani, socialisti ma anche oziosi e vagabondi furono oggetto di una capillare attività di sorveglianza che alimentò un consistente archivio di fascicoli personali.
L'organizzazione dell'ufficio e dell'archivio fu modificata con successive circolari (1896, 1903, 1909, 1910 e 1911) fino ad assumere il nome di Casellario politico centrale con legislazione eccezionale del 1925 e del 1926.
Durante il periodo fascista l'attività di sorveglianza e controllo della polizia si amplificò comprendendo non più soltanto i politici ma tutta una indeterminata categoria di persone, definita genericamente antifascista, e gli allogeni ossia le minoranza etniche soprattutto della Venezia Giulia.


Bibliografia essenziale sul CPC

L'archivio è costituito da 152589 fascicoli personali con documentazione prevalentemente compresa tra il 1894 e il 1945. I fascicoli contengono note informative, relazioni, verbali di interrogatori, provvedimenti di polizia, indicazioni di iscrizione nella Rubrica di frontiera o nel Bollettino delle ricerche e spesso una scheda biografica che riporta sinteticamente e cronologicamente tutta l'attività dello schedato. I documenti di data successiva al 1945 si riferiscono alle pratiche per la concessione dei benefici accordati ai perseguitati politici del regime fascista.
L'archivio conserva anche materiale a stampa (giornali, volantini, manifesti, opuscoli) e documentazione fotografica.
I fascicoli del Casellario politico centrale sono pervenuti all'Archivio centrale dello Stato a partire dal 1910 in più versamenti.

La schedatura analitica dei fascicoli personali del Casellario politico centrale è iniziata nel 1978 con il coordinamento della prof.ssa Paola Carucci che elaborò la struttura della scheda.
Per la sua natura seriale, la schedatura si prestò facilmente alla realizzazione di una banca dati completata nel 1986.
I dati rilevati corrispondono fedelmente alle informazioni riportate in origine dall'ufficio sul retto e sul verso della copertina di ciascun fascicolo.

Le informazioni della banca dati sono organizzate in due aree relative rispettivamente all'unità archivistica e all'intestatario.
Nel 2004 è stata realizzata una prima interfaccia web di accesso ai dati

Nel 2012 tale interfaccia stata completamente rivisitata dal Centro MAAS Metodologie e Applicazioni per Archivi Storici (già impegnato nella messa a punto della precedente applicazione), con lobiettivo di sperimentare nuovi approcci alla ricerca, secondo la logica delsemantic web.



Durante il corso degli anni si è proceduto alla digitalizzazione completa di alcuni fascicoli.
Nell'ambito del Progetto "Memoria: il Polesine e il Secolo breve" - mirante a ricostruire la storia del territorio polesano dal primo dopoguerra al varo della Costituzione italiana - sono state riprodotte decine di migliaia di carte e fotografie conservate in diversi fondi dell'Archivio Centrale dello Stato tra cui 1.093 fascicoli del Casellario Politico Centrale per un totale di circa 30.935 immagini.
Altri fascicoli completi sono stati acquisiti dall'Archivio Centrale dello Stato o su richiesta degli studiosi e o per motivi conservativi o perchè molto richiesti (ad esempio, i fascicoli di Gramsci e di Pertini).


La documentazione primaria, qualora disponibile in formato digitale, può essere raggiunta attraverso un link predisposto dalla scheda del fascicolo al corrispettivo modulo di e-commerce predisposto dall'Archivio Centrale dello Stato.

Archivio Centrale dello Stato
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sovrintendente
Prof. Eugenio Lo Sardo